Abbiamo già incrociato il duo canadese dei Norilsk, composto da Nicolas Miquelon (basso, chitarra e voce) e Nick Richer (batteria e seconda voce): nel 2014 fu il nostro Istrice a scrivere di "Japetus" e della loro Idea Del Nord, idea che — per chi non ne fosse a conoscenza — viene ben esposta dalla frase posta all'interno del digipak, una volta estratto il cd dalla custodia: «Remote is the north and long are the nights. Solitude is every man's friend and doom his is lullaby».

"The Idea Of The North" è un disco che si poggia su solide basi doom-death metal arricchite, sia nel comparto ambientale che in quello strumentale, dall'implemento di varianti sludge e post-metal. È un'uscita in cui si registrano diverse note positive: la profondità dei solchi scavati dalle chitarre; l'utilizzo vario e più che discretamente impostato delle aperture acustiche e ambient; la maniera in cui il cantato si mostra ruvido e profondo ("Throa"), sibilante ("Natura Morte") o pulito ("Postdam Glo"), assecondando agevolmente la natura del pezzo in corso. A questo proposito sottolineo che le tracce sono eseguite in francese, tuttavia nel libretto troverete i testi anche in lingua inglese

La scaletta mantiene perlopiù un passo costante pesante, greve e allentato, si può però dividere in tre tronconi: considerando il trittico di canzoni iniziali formato da "Japetus", "Planèt Heurt" e "Throa" come la parte più corposa e massiccia dell'album; il quartetto di tracce che vede succedersi "La Liberté Aux Ailes Brisées", "Nature Morte", "Potsdam Glo" e lo strumentale "La Grande Noirceur" in qualità di sezione che favorisce il lato melodico, atmosferico (in alcune circostanze funereo) e introspettivo; mentre la sola "The Idea Of North" posta in coda rappresenta il connubio di quanto esposto in antecedenza.

La proposta dei Norilsk funziona ed è dotata di un'identità sfaccettata che col trascorrere dei minuti sfodera con destrezza le buone carte in proprio possesso. Inoltre la produzione moderna e pulita — che ha tenuto in alta considerazione il ruolo del basso, strumento particolarmente in evidenza, quasi volesse irrobustire ulteriormente il lavoro svolto dalle chitarre — contribuisce a fare di "The Idea Of North" un buon album.

Mi sento però in dovere di sottolineare la scarsa funzionalità — o forse è meglio dire l'errata collocazione — dell'episodio aggiuntivo "Cour De Loup": data la maggiore corrosività presente sia nel riffato che nella prestazione vocale, se fosse stato incluso nella prima metà del lavoro avrebbe potuto ritagliarsi uno spazio vitale più consono, invece sembra sia stato un po' buttato lì esclusivamente per aggiungere minutaggio, diventando quasi trascurabile, ininfluente per le sorti di un debutto che dovrebbe tranquillamente riuscire a farsi accettare e ascoltare da più amanti delle scie sonore doom. Buona la prima!